Cavatappi

Cerco sempre di astenermi dal giudizio, memore del fatto, che dietro ad un comportamento c’è sempre una successione di fatti e avvenimenti che ci hanno portato ad avere il bisogno di assumerlo, come difesa. Tuttavia ci sono persone, che anche dopo averne analizzato e compreso l’origine, preferiscono stagnare nella loro immobilità, trovando motivi per alimentarla. Finte vittime di un passato che non c’è più, rifiutano la possibilità del cambiamento, la possibilità di evoluzione. A quel punto le ferite e le fragilità non possono più essere considerate giustificazione dei loro comportamenti, in quanto per libera scelta hanno assunto le fattezze del proprio carnefice, anziché comprendere per differenza ciò che non sono. E questo per me è inaccettabile.

Cavatappi.

Finto e ottuso
Cervello indottrinato
All’istruirsi nella sua follia
Ancor non s’è trovato

E d’eleganza finta
De l’ipocrisia
Nel dissetarsi
S’è avvelenato

Complice
Di chi di menzogna
Ha fatto sì principio
Cardine di vita

Col giudizio
La superiorità
Ha già condita
Piatto a sfamar stolti

Ahi quanto dolore
A udir sì fatta realtà
Quando la via retta
S’è smarrita

Lei, di benevolenza
Ha tratto l’apice
Del suo splendor
Coi semplici nel vivere.

Alice Falcioni