Peregrinus

La vita è come un sentiero di montagna, si inerpica in salita fra rocce e ostacoli, si inerpica fra dolore, frustrazione, afflizione e apparente sconfitta. Il peregrinus, fra passi incerti ed eco di “rinuncia! Non ce la farai!”, scivola sul terriccio sdrucciolevole, si arrabbia e impreca. Poi scorge il mare e in un riflesso vede se stesso.

Peregrinus.

Ahimè quant’è dura
Percorrer la salita
Si poca è la pianura
Sulla strada della vita

Annaspando sudati
Nei dubitanti passi
Inerpicandosi adirati
Fra rocce e massi

Dove finì la gioia
Del camminar soave
Senza aver noia
Senz’Animo grave?

Si perse fra gli eco
Di chi monte si finse
Orsù quanto spreco
Al cuor tuo costrinse

Il tempo impiegato
Ascoltando lontano
È istante sprecato
Scivolato di mano

Come terra montana
Dispersa nel nulla
Tessei la mia trama
Già dentro la culla

E contro negl’anni
Udendo altrove
Si visse d’inganni
Cercando ognidove

Il mar a specchio
Lo scorsi turbata
Il mio viso vecchio
“Oh vita sprecata”

Osservai titubante
Come fossi nemica
E mi tenni distante
La Veritas è ortica

Fissai quegl’occhi
Ascoltai la dentro
Affrontando blocchi
Che remavano contro

Poi mi feci coraggio
Con un impeto fiero
E vi scorsi un miraggio
Ricordando chi ero.

Alice Falcioni