Lockdown

“Lockdown” è stata concepita come ribellione all’ipocrisia che tante volte si cela nel lamentarsi. Ci lamentiamo continuamente e di ogni cosa; qualunque cosa di cui disponiamo non ci piace. Viviamo proiettati nei dispiaceri del passato e nelle paure del futuro, perdendo di vista l’unicità perfetta del momento presente. Protestiamo per la libertà senza volerla veramente, perché essere liberi significa assumersi la responsabilità di sè e fa paura. Col lamento diventiamo spietati carcerieri di noi stessi, mentre la vita scorre via.

Lockdown.

Sento spesso una parola
Tant’odiata dalla gente
Non capace a star da sola
Con un ego prepotente

Poi la sento scalpitare
Fra capricci e ipocrisia
Tutti presi a digitare
Per dar sfogo alla follia

Oppressi in quattro mura
Desideri e frustrazione
Ahi la vita quant’è dura
Senza una destinazione

E ancor ricordo quando
La lor vita era si amara
Tutto il giorno galoppando
Per la paga tanto avara

E allora ti rammento
Ti sei guardato attorno?
Perpetui il tuo lamento?
Rinunci a un altro giorno?

Libertà tanto adorata
La gabbia in cui ti metti
Per quanto l’hai indorata
Ha confini troppo stretti

In questo pazzo mondo
Sai, l’ambita libertà
Se ti osservi nel profondo
Scoprirai che ce l’hai già.

Alice Falcioni