Venerdì del Fiore di Tiglio

Amor Vincit Omnia

“Amor Vincit Omnia”. Come si può dare un nome all’Amore? Come si può imprigionarlo in un luogo, in un tempo, in un parametro o un confine? Come si può limitarlo fra i “ma”, fra i “se”, fra i “forse”? Io non sono mai riuscita a descriverlo, ma l’ho percepito come una melodia perfetta, un’esplosione di colori inaspettata e travolgente, una danza di profumi ipnotici che parlano all’Anima. L’Amore, quello vero, quello con la A maiuscola, è la celebrazione della bellezza della Vita, incontrando se stessi dentro gli occhi di un altro.

Venerdì del fiore di Tiglio.

Ti son di fronte
Con l’Anima nuda
Le membra pronte
A una morte cruda

Ma niente ferisce
Tutto mi attira
Nulla qui finisce
L’Anima Mia sospira

Occhi che parlano
A occhi che ascoltano
Labbra si schiudono
E parole imprigionano

Ma ci sei tu
E basta questo
Non mento più
Io resto

Come puoi
Chiedermi parole?
Le mani mie
Parlan da sole

Percorrono sentieri
Picchi, valli e pianure
Mari solcati da velieri
Senza dubbi e paure

Le dita mie
Solletican il cuore
Le dita tue
Forti placan il dolore

E curano
Fluenti d’oro
Procurano
Ristoro

Sei un giaciglio
In cui riposare
Per un fiore di Tiglio
Pieno di candore

Un cuore palpitante
Su un cuore che batte
In questo istante
Si placan le lotte

Storditi e vorticanti
Da Profana passione
Si coprono gli amanti
Di Divina espressione

Vibrante sentire
In Me un sussulto
Sospinta a osare
Da questo tumulto

Una sensazione
Libera e imprigionata
Una confessione
Dall’Anima imbavagliata

Troppo ti sento
Troppo richiamo
Troppo tormento
Per quanto ci amiamo

Arcaico sentimento
Amore spirituale
Primitivo istinto
Di Unione Carnale

Spiriti fusi e intrecciati
Fra dita di mani
Anime e corpi martoriati
Diventati meno umani

Aure divenute meticce
Per confluenza
Decadute le barriere posticce
Dell’indolenza

Vibranti spennellate
Guariscono ferendo
Le prigioni dorate
Si stanno dissolvendo

Libere Anime in fiore
Fugaci e galeotte
Mischiano sangue e sudore
Unendosi ove il sol non batte

Respiri liberati
Urla e grida implose
I corpi avvinghiati
In fiamme dolose

Un’unica danza lenta
Ed è Fusione
L’Amore alimenta
Due Universi in espansione.

Alice Falcioni